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Magazzini vuoti: materie prime, semilavorati e componenti non disponibili e crisi per la ripresa


Ulteriore conseguenza dell’emergenza Covid19 o mancata strategia per l’autonomia sulle materie prime e sui componenti?

Non è facile la risposta, certo è che molte aziende, dei più disparati comparti, dall’elettronica alla chimica, dall’acciaio alle resine sintetiche, risentono di una contrazione del proprio potere di acquisto: materie prime e componenti non disponibili o disponibili a costi esorbitanti e tempi di consegna non garantiti.

L’acquisto in bianco (prenotazione dei prodotti senza conoscerne il prezzo e i tempi di consegna) ad esempio delle materie chimiche, sta diventando una prassi sempre più frequente e non sappiamo per quanto ancora sostenibile.

Così come il continuo rinvio delle date concordate per la consegna dei prodotti finiti: impossibile rispettare gli accordi contrattuali, in mancanza dei prodotti e dei componenti indispensabili alla oro fabbricazione.

Paghiamo il prezzo di una mancata strategia - a livello nazionale ed europeo - sull’autonomia sulle materie prime e sui componenti essenziali per i nostri processi produttivi.

La Cina e il Far Est dettano legge su un mercato già fortemente provato dall’emergenza Covid19 e che si ritrova ora a dover superare difficoltà ulteriori che mettono in crisi la ripresa.

Sarebbe auspicabile che l’Unione Europea definisca una propria strategia per le materie prime, che consenta alle industrie del continente di diminuire gradualmente la dipendenza dai paesi extraeuropei e che le renda autonome nella progettazione ed attivazione dello sviluppo industriale e della conseguente crescita sostenibile dell’economia

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